La retina è un tessuto nervoso che riveste la parete
posteriore interna dell’occhio ed è direttamente responsabile della
“percezione” delle immagini che noi vediamo. La retina ha una porzione centrale
detta macula, che è deputata alla visione più definita, quale quella utilizzata
nella lettura e nel riconoscimento dei dettagli del viso, ed una porzione
periferica utilizzata per la visione laterale. A diretto contatto con la retina
vi è poi il vitreo, una sostanza gelatinosa e trasparente che riempie il bulbo
oculare.
Diverse sono le patologie
vitreo-retiniche che richiedono un intervento chirurgico:
1. il
distacco di retina
2. il
foro maculare
3. il
pucker maculare o membrana epiretinica
4. la
retinopatia diabetica proliferante (emovitreo)
5. la
degenerazione maculare senile in forma essudativa.
Il distacco di retina consiste nella separazione della
retina dalla superficie posteriore dell’occhio, in tal modo si perde il
supporto vascolare e vengono quindi a mancare alla retina le sostanze
nutritive. Il distacco è un’urgenza chirurgica perché se la retina non viene
“riattaccata” perde la propria funzionalità.
Il foro maculare consiste in una rottura a livello della
macula, la porzione centrale della retina, dovuta ad una trazione del gel
vitreale. Può essere classificato in diversi stadi (I,II,III) a seconda della
gravità. Va trattato anche negli stadi iniziali per evitare il progredire della
patologia.
Il pucker maculare è un “raggrinzimento” della retina dovuto
alla presenza di una membrana che si forma sulla sua superficie (membrana
epiretinica). La membrana altera la circolazione retinica e disturba la visione
deformando le immagini.
La retinopatia diabetica proliferante è la forma più grave
di retinopatia dovuta al diabete. È
caratterizzata dalla formazione di neovasi della retina e/o del disco
ottico che tendono a rompersi e a sanguinare. Il trattamento inizialmente
consiste nella fotocoagulazione con laser delle aree ischemiche, che mira a
bloccare lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni anomali. In alcuni casi però
questo trattamento non è sufficiente, si può verificare un’emorragia che dalla
retina invade lo spazio in cui si trova il gel vitreale (emovitreo). Se
l’emovitreo non si riassorbe spontaneamente si deve ricorrere ad un intervento
chirurgico di vitrectomia al fine di
evitare un distacco trattivo della retina.
La degenerazione maculare senile è la principale causa di
cecità legale nei Paesi industrializzati. Essa si può presentare in due forme:
la forma secca o atrofica e la forma umida.
La forma secca è a lenta evoluzione e non richiede una
terapia chirurgica o parachirurgica ma necessita di somministrazione di
prodotti antiossidanti che, se assunti per lunghi periodi, sono in grado di
rallentare la progressione della malattia.
Nella forma umida si sviluppano dei vasi sanguigni anomali
che porteranno alla distruzione della parte centrale della retina (macula). In
questo caso l’evoluzione della patologia è piuttosto rapida ma fortunatamente è
possibile una terapia, che consiste nell’iniezione intraoculare di farmaci in
grado di far regredire la neoproliferazione vascolare. Tali farmaci (anti VEGF)
molto spesso richiedono, per essere efficaci, ripetute somministrazioni da
effettuarsi da 4 a 6 settimane l’una dall’altra. Quelli attualmente più usati
sono il 3D Bevacizumab, il 3D Ranibizumab, il 3DPegaptanib.
L’Oculistica della Casa di Cura Gepos, guidata dal dottor Giorgio Cusati , prescelta come compartecipante di uno studio multicentrico, ha ottenuto risultati positivi. Lo studio clinico mirava a indagare l’efficacia di una terapia post operatoria per la cataratta che non si basasse sulla somministrazione di colliri antibiotici di sintesi, in maniera tale da evitare l’eventuale sviluppo di ceppi resistenti.
Il dottor Giorgio Cusati e la sua equipe, selezionati in base all’altissimo numero annuale di interventi eseguiti presso la Casa di Cura telesina, hanno così utilizzato sui pazienti un collirio a base di ossigeno attivo.
Il farmaco, privo di antibiotici di sintesi, si è dimostrato efficace nel ridurre la carica batterica del sacco congiuntivale a valori bassissimi, per cui sicuri per la chirurgia, paragonabili a quelli ottenuti con la somministrazione del farmaco tradizionale.
“Dai risultati restituiti dallo studio, possiamo affermare di essere stati in grado di effettuare una terapia preoperatoria efficace. Contemporaneamente, abbiamo evitato la diffusione di ceppi resistenti. Una riuscita che ci incoraggia nel proseguire la strada non solo della prevenzione e della cura per il paziente: vogliamo portare avanti lo studio di terapie innovative per migliorarne ulteriormente il percorso. Siamo tra i centri che effettuano, proporzionalmente alle nostre dimensioni, tra i numeri più elevati di interventi chirurgi. Un bacino di studio ampio e un motivo di orgoglio per i risultati che riusciamo a garantire”.
Giorgio Cusati è iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Benevento dal 1997. E’ membro della Società Oftalmologica Italiana dal 1993. Fa parte dell’ American Academy of Ophthalmology dal 2002. E’ componente della Sitrac (Società Italiana Trapianto di Cornea) dal 2000, della Sicsso (Società Italiana Cellule Staminali e Superficie Oculare) dal 2007. E’ iscritto all’Rscrs (European Society Cataract and Refractive Surgery) dal 2000 e all’ Ascrs (American Society Cataract and Refractive Surgery) dal 2003.
Il Dott. Giorgio Cusati, ha partecipato allo studio clinico multicentrico come : Sperimentatore Principale allo Studio Clinico Multicentrico ‘ELOOM’ sulla Profilassi Operatoria della Cataratta .
E' stato inserito fra i 20 centri sperimentali italiani del gruppo di studio ELOOM (Efficacia dell'olio liposomiale ozonizzato sulla flora microbica oculare prima dell'intervento di cataratta).
Un'ulteriore attestato della continua ricerca e attenzione alle nuove terapie che conferma Giorgio Cusati fra le eccellenze a livello nazionale per la chirurgia di cataratta.