L’ambliopia è un fenomeno molto diffuso, consiste nella
diminuzione della capacità visiva di uno dei due occhi legata a diverse
patologie dallo strabismo alla cataratta congenita a molto più frequentemente un
difetto della vista non corretto.
L’ambliopia è una patologia che il bambino non è in grado di
apprezzare perché essendo congenita per lui, l’occhio ambliope è normale, non
apprezza differenza rispetto alla condizione che lui ha imparato a conoscere.
Una diagnosi corretta effettuata in età pediatrica prescolare ci consente di
affrontare il problema e nel più del 90% dei casi di risolverlo portando il
visus dell’occhio ambliope, che comunemente è chiamato pigro, a valori normali.
Le cause possibili sono:
· La presenza
di uno strabismo più o meno manifesto;
·
L’anisometropia (differenza di refrazione da un occhio e l’altro) che
può interferire con lo sviluppo normale della capacità visiva dell’occhio più
debole;
· Qualsiasi
patologia oculare che impedisca la messa a fuoco corretta.
Durante la visita dei 4 anni la prima cosa che l’oculista
controlla è il movimento coordinato e sincrono dei bulbi oculari. Una sua
alterazione può essere il primo campanello d’allarme di una differente
percezione della visione tra i due occhi e quindi potrebbe far pensare a uno
strabismo. Spesso i genitori pensano sia impensabile una visita oculistica in
quanto a 4 anni, il bambino non sa ancora leggere.
Per il controllo della vista si fa un gioco molto apprezzato
dai bambini.
Si usa l’E di Albini che è data al bambino il quale deve
posizionarla nello stesso modo in cui il medico la posiziona a distanza. La
lettera parte da una grandezza che ripropone le lettere dell’ottotipo, dalla
più grande alla più piccola, in questo modo possiamo quantificare il visus di
ciascun occhio, ovviamente si valuta l’eventuale vizio di refrazione ed infine
viene effettuata una valutazione ortottica per stabilire la presenza di un
eventuale strabismo anche latente. Ecco come i genitori devono pensare la
visita del loro bambino che non sa ancora leggere.
Verso i 6 anni, prima dell’inizio della scuola e tra i 10 e
12 anni, spesso può insorgere la miopia.
La miopia è un vizio refrattivo in base al quale il potere
diottrico, cioè l’insieme di lenti presenti nel nostro occhio, è troppo forte
rispetto alla lunghezza del bulbo, al punto che le immagini vanno a formarsi
davanti la retina e pertanto risultano sfuocate.
Il miope vede bene gli oggetti da vicino, ma le immagini
lontane gli appaiono sfuocate. Il bambino non riuscirà a vedere bene ciò che la
maestra scrive sulla lavagna. L’acutezza visiva quindi a una certa distanza,
subisce un calo.
I campanelli d’allarme che un genitore deve segnalare al
medico pediatrico sono quando il bambino non riuscirà a vedere bene ciò che la
maestra scrive sulla lavagna, comincia improvvisamente ad avvicinarsi troppo
alla televisione, ai libri o ancora “strizza” spesso gli occhi. In genere
aumenta con lo sviluppo e si stabilizza in età adulta. La correzione ouò essere
fatta con occhiali, lenti a contatto e con intervento laser.
L'astigmatismo è un altro disturbo visivo che può comparire
nel bambino. L’astigmatismo è un difetto che comporta la visione sfuocata e
quindi il bambino ha difficoltà a vedere nitidi sia gli oggetti lontani sia
quelli vicini.
L’astigmatismo è dovuto alla conformazione “ovalizzata”
della cornea che non consente una messa a fuoco, precisa e puntuale sulla
retina. Le immagini vengono percepite deformate lungo una certa direzione che
dipende dalla direzione dell’astigmatismo; maggiore è la deformazione, tanto
più elevato è il grado di astigmatismo.
Un certo grado di astigmatismo corneale è fisiologico
(mediamente 0.50). Tale astigmatismo è compensato in modo naturale dai mezzi
diottrici interni all’occhio. L’astigmatismo di grado elevato è generalmente
congenito e può subire lievi variazioni nel corso della vita. L’astigmatismo
irregolare può essere causato da alterazioni della cornea in seguito a traumi,
lesioni e infezioni o può essere dovuto al cheratocono.
Il bambino che soffre di astigmatismo riferisce disturbi
derivanti dal continuo cambio di messa a fuoco (accomodazione), nel tentativo
di ottenere un’immagine nitida. Tali sintomi consistono in dolori ai bulbi
oculari, sull’arcata ciliare, mal di testa, bruciore agli occhi e lacrimazione
eccessiva. Si tratta di disturbi che si manifestano, soprattutto nelle forme
lievi, prevalentemente dopo prolungato sforzo da vicino (ad esempio, lettura ed
uso del video).
L’ipermetropia è un altro disturbo visivo che può colpire
anche il bambino.
Si parla d’ipermetropia quando i raggi luminosi provenienti
da lontano si focalizzano dietro la retina.
L’ipermetrope adulto vede male gli oggetti distanti e
maggiormente male quelli vicini, a differenza dei bambini ipermetropi che
possono vedere bene sia da lontano che da vicino! Una lieve ipermetropia è
fisiologica, serve a compensare l’allungamento del bulbo con la crescita, se i
bambini non fossero leggermente ipermetropi, sarebbero tutti miopi da grandi.
Il bambino potrebbe avere difficoltà non solo a leggere ma anche ad apprendere!
I malesseri che
possono insorgere a seguito di un’ipermetropia sono il bruciore agli
occhi, accompagnato da dolori e rossore sempre dell’organo visivo. Da non
sottovalutare nemmeno il mal di testa, la nausea e il nervosismo. La capacità
dell’occhio ipermetrope di compensare il suo difetto automaticamente causa
spesso una tardiva diagnosi che, soprattutto in età pediatrica, è spesso causa
di strabismo e ambliopia.
Lo strabismo si manifesta con un allineamento anomalo dei
due occhi. Uno dei due occhi (ma talora anche entrambi) è rivolto verso il naso
(convergente) o verso la tempia (divergente), ma possono anche manifestarsi
strabismi verticali (verso l’alto o il basso).
Lo strabismo può essere una delle cause scatenanti
l’ambliopia.
Uno strabismo non costante può essere normale nei primi 4-6
mesi, se invece dopo i 6 mesi gli occhi non sono allineati, è utile sottoporre
il bambino a un esame specialistico.
L’esame del fondo oculare è la fase più importante della
visita oculistica. Permette di valutare lo stato di salute del nervo ottico,
dei vasi retinici e della retina. L’esame deve essere eseguito a pupilla
dilatata, in ciclopegia. A questo punto il medico sarà in grado di valutare se
il bambino dovrà portare o no gli occhiali.
L’Oculistica della Casa di Cura Gepos, guidata dal dottor Giorgio Cusati , prescelta come compartecipante di uno studio multicentrico, ha ottenuto risultati positivi. Lo studio clinico mirava a indagare l’efficacia di una terapia post operatoria per la cataratta che non si basasse sulla somministrazione di colliri antibiotici di sintesi, in maniera tale da evitare l’eventuale sviluppo di ceppi resistenti.
Il dottor Giorgio Cusati e la sua equipe, selezionati in base all’altissimo numero annuale di interventi eseguiti presso la Casa di Cura telesina, hanno così utilizzato sui pazienti un collirio a base di ossigeno attivo.
Il farmaco, privo di antibiotici di sintesi, si è dimostrato efficace nel ridurre la carica batterica del sacco congiuntivale a valori bassissimi, per cui sicuri per la chirurgia, paragonabili a quelli ottenuti con la somministrazione del farmaco tradizionale.
“Dai risultati restituiti dallo studio, possiamo affermare di essere stati in grado di effettuare una terapia preoperatoria efficace. Contemporaneamente, abbiamo evitato la diffusione di ceppi resistenti. Una riuscita che ci incoraggia nel proseguire la strada non solo della prevenzione e della cura per il paziente: vogliamo portare avanti lo studio di terapie innovative per migliorarne ulteriormente il percorso. Siamo tra i centri che effettuano, proporzionalmente alle nostre dimensioni, tra i numeri più elevati di interventi chirurgi. Un bacino di studio ampio e un motivo di orgoglio per i risultati che riusciamo a garantire”.
Giorgio Cusati è iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Benevento dal 1997. E’ membro della Società Oftalmologica Italiana dal 1993. Fa parte dell’ American Academy of Ophthalmology dal 2002. E’ componente della Sitrac (Società Italiana Trapianto di Cornea) dal 2000, della Sicsso (Società Italiana Cellule Staminali e Superficie Oculare) dal 2007. E’ iscritto all’Rscrs (European Society Cataract and Refractive Surgery) dal 2000 e all’ Ascrs (American Society Cataract and Refractive Surgery) dal 2003.
Il Dott. Giorgio Cusati, ha partecipato allo studio clinico multicentrico come : Sperimentatore Principale allo Studio Clinico Multicentrico ‘ELOOM’ sulla Profilassi Operatoria della Cataratta .
E' stato inserito fra i 20 centri sperimentali italiani del gruppo di studio ELOOM (Efficacia dell'olio liposomiale ozonizzato sulla flora microbica oculare prima dell'intervento di cataratta).
Un'ulteriore attestato della continua ricerca e attenzione alle nuove terapie che conferma Giorgio Cusati fra le eccellenze a livello nazionale per la chirurgia di cataratta.